Moebius in love
Data pubblicazione: Aug 16, 2016 3:28:44 PM
Una favola origamico-freudiana
A mille ce n’è... Non serve l’ombrello, il cappottino rosso o la cartella bella per venire con me... [1]
Bastano dei fogli di carta, del nastro adesivo e un paio di forbici.
Se vi chiedessero di disegnare la vostra vita, che figura traccereste? Se siete ottimisti, una retta con pendenza positiva, o forse addirittura una parabola concava. Se siete pessimisti, l’opposto. O magari una curva che prima scende e poi sale (o viceversa). Forse un albero ramificato, che mostra tutte le opportunità che non avete seguito? Ma sicuramente, se andate più in dettaglio, avremo una curva periodica, tipo sinusoidale. Perché la vita è in primo luogo ripetitiva: i giorni si ripetono con un ritmo sempre simile, e così fanno gli anni.
Forse meglio quindi disegnare la vita non su un foglio di carta piano, ma su un cilindro. Ecco, il cilindro (o magari un tronco di cono) rappresenta meglio il ritmo della vita perché è una superfidi intrinsecamente periodica: una linea diventa un cerchio. Prendiamo quindi una striscia di carta, che qui mostro con una torsione (è comodo distinguere le due facce, conviene usare i fogli a due colori per origami).
Arrotoliamola, incollandolo il bordo.
Abbiamo così un cilindro. Notiamo subito che questa figura ha un interno e un esterno, che si possono facilmente far corrispondere a quello che proviamo dentro e a come appaiamo fuori. Ma questi due aspetti sono completamente separati... non è proprio così nella realtà.
Inoltre, sia per la vita interiore che per quella esteriore, ci sono sempre più contesti, per esempio il lavoro e la famiglia o gli amici.
Proviamo a separare i diversi contesti: facciamo un piccolo taglietto per infilare la punta delle forbici e poi seguiamo la linea mediana.
Il cilindro si separerà in due cilindri più piccoli, completamente scorrelati tra loro.
Vorrebbe dire che la nostra vita è divisa in compartimenti stagni, una cosa che può portare facilmente alla schizofrenia. Anche se non sembra, questo è dovuto alla completa separazione tra dentro e fuori.
Per dimostrarlo, riprendiamo la nostra striscia di carta, e incolliamola facendole fare un mezzo giro.
Abbiamo così un nastro di Moebius. Anche se localmente il nastro di Moebius è molto simile ad un cilindro, le sue proprietà sono molto diverse. Tanto per cominciare non c’è un dentro e un fuori. Se usiamo una carta colorata diversamente sulle due facce, vediamo che il “dentro” e il “fuori” si susseguono. Se tracciamo una “circonferenza” con un pennarello, vediamo che si finisce per “attraversare” entrambi i lati della striscia di carta, finendo dove abbiamo cominciato dopo aver percorso tutta la superficie (unica) della striscia. Questo ci rappresenta meglio: non esiste una distinzione netta tra il cielo stellato sopra di noi e la legge morale dentro di noi [2].
Ripetiamo l’esperimento di prima: facciamo un piccolo taglietto, infiliamo le forbici e poi proseguiamo lungo il segno del pennarello.
Tagliando l’ultimo lembo di carta scopriamo con piacere che il nastro non si divide in due: semplicemente si converte un in nastro più lungo.
La carta questa volta fa quattro mezzi giri (ovvero due giri completi) prima di richiudersi: ogni volta che tagliamo a metà un “mezzo giro”, questo raddoppia, e poi abbiamo un altro “giro” completo quando rigiriamo la striscia in alto. Questo è consistente con la nostra metafora: tagliando in due una vita (per esempio: prendendo un amante e facendo due lavori) otteniamo una vita più complicata... Il nastro tagliato adesso ha due superfici: un dentro e un fuori, ma intrecciati tra loro.
E se proviamo a tagliare ancora (magari perché divorziamo e ci risposiamo) otteniamo due anelli separati, pieni di nodi e inestricabilmente intrecciati. Una bella similitudine, non c’è che dire!
Adesso però analizziamo il caso della coppia, dato che gran parte delle nostre decisioni coinvolgono altre persone. Prima o poi incontriamo l’anima gemella (o una sua approssimazione) e i due cerchi della vita entrano in contatto. Possiamo simboleggiare questo avvenimento per mezzo di una croce di carta, che poi arrotoleremo in vari modi. Per ricavare la croce, invece di impazzire con la colla o il nastro adesivo, conviene prendere un foglio di carta, e piegarlo in diagonale (portando il lato corto su quello lungo). Pieghiamo ancora una volta: otteniamo una specie di tenda (il sogno di tutte le neo-coppie?). Pieghiamo ancora, ottenendo un piccolo triangolo rettangolo, e poi tagliamo vicino all’ipotenusa. Magicamente, svolgendo la carta apparirà una croce.
Una possibilità per i due partner della coppia sotto osservazione è quella di seguire percorsi di vita indipendenti. Nella nostra simbologia, questo consiste nel ripiegare i rami della croce a formare due cilindri uniti ma perpendicolari.. non proprio la descrizione di un idillio.
Se adesso tagliamo i due cilindri cosa otteniamo? Al primo taglio appaiono... un bel paio di manette!
Ahi, ahi, la cosa sta diventando minacciosa! Forse il mutuo che abbiamo fatto per la nostra casetta è stato un azzardo? O non avevamo considerato l’invadenza della suocera? E infatti, puntualmente, al secondo taglio ecco che si manifesta... una bella prigione quadrata!
Ammaestrati però dalla nostra esperienza precedente, intuiamo che la ragione profonda di questo smacco è stata la separazione troppo netta tra interno ed esterno: tutte le case diventano delle prigioni se ci rinchiudiamo dentro!
Proviamo a “aprirci” all’esterno. Questa volta, prima di incollare i rami della croce, diamo una mezza torsione. Attenzione però! In uno dei rami diamo una torsione in senso orario, nell’altro in senso antiorario: ci vuole una certa diversità nella coppia.
A questo punto possiamo procedere con il taglio! Dopo il primo non si capisce molto, forse l’oggetto ricorda un tanga (per rammentarci che esistono le tentazioni)? O forse una cintura di castità?
Ma appena finito il secondo taglio.... magicamente appaiono due cuori intrecciati!
Cercando su YouTube per “Moebius hearts” si trovano molti video che mostrano il procedimento da seguire.
Una versione in spagnolo di questo articolo è in via di pubblicazione su Revista C2 http://www.revistac2.com/
Franco Bagnoli
Riferimenti:
[1] https://it.wikipedia.org/wiki/Fiabe_sonore
[2] E. Kant, Critica della ragion pratica (1788) https://it.wikipedia.org/wiki/Critica_della_ragion_pratica